Casa di cura Clinica Ruesch

Quando si deve fare la protesi alla spalla? La protesi alla spalla diventa necessaria quando l’articolazione è danneggiata in modo irreversibile, il dolore è costante e difficile da controllare e le funzioni motorie della spalla sono seriamente compromesse.

In questi casi, intervenire chirurgicamente permette di ridurre il dolore, recuperare una buona parte della funzionalità e riprendere molte delle attività quotidiane che erano diventate impossibili.

In quali casi si consiglia la protesi

    • Artrosi o usura grave dell’articolazione
    • Rottura irreparabile della cuffia dei rotatori
    • Fratture complesse dell’omero o della glena
    • Fallimento di altri trattamenti come farmaci e fisioterapia.

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In quali casi si prende in considerazione la protesi alla spalla

Quando un’articolazione non risponde più ai trattamenti conservativi, diventa necessario valutare la possibilità di un intervento chirurgico. Nel caso della spalla, l’impianto di una protesi viene preso in considerazione solo in presenza di condizioni cliniche ben precise, che interferiscono con la vita quotidiana in modo significativo.

    • Quando il dolore è costante e limita i movimenti: il primo segnale è un dolore persistente che non si allevia con farmaci, fisioterapia o infiltrazioni. Questo tipo di dolore può rendere difficile anche compiere gesti semplici come alzare il braccio, pettinarsi, vestirsi o dormire sul fianco. Quando il dolore è continuo e peggiora con il tempo, è un campanello d’allarme da non ignorare.
    • Quando i trattamenti conservativi non funzionano: prima di arrivare all’intervento, si provano sempre soluzioni meno invasive: terapie fisiche, esercizi mirati, antinfiammatori, infiltrazioni di acido ialuronico o cortisone. Se, nonostante tutto, la spalla resta rigida, dolorosa e poco funzionale, allora si valuta seriamente la chirurgia.
    • Quando la qualità della vita è compromessa: non si opera mai solo per una radiografia “brutta”. Si opera quando i sintomi hanno un impatto reale sulla qualità della vita: se non riesci più a guidare, sollevare oggetti, lavorare o dormire bene, la protesi può restituire autonomia e benessere. In questi casi, non è solo una questione ortopedica, ma anche di benessere generale.

Le patologie che possono richiedere una protesi spalla

Non tutte le problematiche alla spalla portano a un intervento, ma ci sono alcune condizioni cliniche in cui la sostituzione protesica diventa l’unica opzione efficace per eliminare il dolore e recuperare la mobilità, problemi che possono essere di natura degenerativa, traumatica o combinata.

Artrosi gleno-omerale (usura dell’articolazione)

L’artrosi è una delle cause più frequenti. Colpisce la cartilagine che riveste le superfici articolari della scapola e dell’omero, portando a un attrito doloroso tra le ossa. Il risultato è una spalla rigida, dolente, che scricchiola e perde la sua fluidità nei movimenti.

Quando l’artrosi è in fase avanzata, con riduzione dello spazio articolare e osteofiti evidenti, e i trattamenti conservativi non sono più efficaci, la protesi diventa l’unico modo per ridurre il dolore e ripristinare un buon movimento.

Lesioni irreparabili della cuffia dei rotatori

La cuffia dei rotatori è un insieme di tendini che stabilizza e muove la spalla. Quando subisce rotture massicce e croniche, non sempre è possibile ripararla chirurgicamente. In questi casi, l’articolazione perde il suo equilibrio muscolare e diventa instabile.

Se la lesione è accompagnata da artropatia (cioè danni alla cartilagine), l’unica soluzione per recuperare una funzione accettabile è la protesi inversa, che sfrutta il muscolo deltoide per compensare la perdita di funzione della cuffia.

Fratture complesse dell’omero prossimale

Nelle persone anziane o osteoporotiche, una frattura scomposta dell’omero può compromettere irrimediabilmente la testa dell’osso, rendendo impossibile una ricostruzione efficace. In questi casi, soprattutto se il frammento articolare non è più vitale, si procede direttamente all’impianto di una protesi, talvolta già durante l’intervento per ridurre la frattura.

Come si decide se è il momento giusto per l’intervento

La decisione di procedere con una protesi alla spalla non si prende mai a cuor leggero. Serve una valutazione ortopedica approfondita, supportata da esami strumentali e da un’attenta analisi dei sintomi e dello stile di vita del paziente. Non basta “avere male”: bisogna capire da dove nasce il dolore, quanto condiziona la vita quotidiana e quali sono le prospettive realistiche dopo l’intervento.

Inoltre si valuta l’intervento anche in base all’età biologica del paziente e al suo stile di vita. Un settantenne attivo, che gioca a tennis o guida molto, può aver bisogno della stessa funzionalità di una persona più giovane. Al contrario, un paziente sedentario potrebbe convivere più facilmente con un’artrosi in fase iniziale.

Protesi anatomica o inversa: quale scegliere

In base ai risultati degli esami, si decide anche il tipo di protesi più adatto:

    • Protesi anatomica: indicata se la cuffia dei rotatori è ancora funzionante
    • Protesi inversa: usata quando la cuffia è lesionata in modo irreparabile

La scelta dell’impianto ha un impatto diretto sul tipo di intervento e sul percorso di riabilitazione.

L’obiettivo finale, però, resta lo stesso: togliere il dolore e restituire autonomia nei movimenti.

Scopri qual è la differenza tra una protesi anatomica ed una inversa.

E allora: se il dolore alla spalla è diventato un ostacolo insormontabile e le terapie conservative non funzionano più, valutare un intervento potrebbe essere il primo passo verso una nuova libertà di movimento. Contattaci per una valutazione specialistica della tua situazione.

Riferimenti bibliografici

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Quando serve la protesi alla spalla

Chirurgo ortopedico con oltre vent’anni di esperienza, specializzato in chirurgia protesica della spalla.